Luciano Rispoli psicologo: Il Benessere e lo Sport.

in www.psicologi-italia.it, 2009.

Luciano Rispoli, Presidente della Società Internazionale di Psicoterapia Funzionale, teorizza che il Benessere dell’organismo-Azienda dipende dal fatto che tutte le sue Funzioni riescano a mantenere una buona connessione fra di loro; e che a tutte sia dato un assetto positivo, nessuna esclusa.


Il Benessere personale

“Benessere” è un concetto che oggi sta ritornando alla sua importanza originaria, dal momento che può essere finalmente riempito di una dimensione concreta ed operativa attraverso il punto di vista delle Funzioni vitali profonde. Con Benessere non si vuole più descrivere una condizione di “assenza di malattia”, ma qualcosa di molto più importante ed ampio: la capacità di vivere in pieno le proprie potenzialità, liberare le energie immobilizzate, aprire nuovi canali di creatività, percepire la vita in pieno. Ma Benessere è anche qualcosa di più dell’utilizzare bene ciò che già esiste (pur liberato da chiusure e condizionamenti soffocanti): è anche la possibilità di sviluppare maggiormente le proprie qualità vitali, di ampliarle, di raggiungere livelli di vita ancora più soddisfacenti.

Dunque, non possiamo limitare il concetto di Benessere solo ad alcuni aspetti parziali: solo il benessere economico, solo il benessere estetico, solo il benessere di alcune componenti, solo il benessere fisico. Benessere è un modo innovativo di guardare al funzionamento della persona intera.

Benessere e capacità

E’ oramai risaputo che le capacità dei singoli soggetti aumentano notevolmente con il loro grado di Benessere interno. E questo perché è ampiamente superata l’idea che si possa automaticamente star bene semplicemente allontanandosi dall’affaticamento, dagli impegni, dalle attività. Le sindromi di malessere da “vacanza” sono note, diffuse e in crescita. Un organismo stressato non “recupera” le proprie capacità semplicemente allontanandosi dalle attività, perché senza attività finisce per perdere il senso più concreto dell’esistenza e subire un aumento del livello di ansia e di smarrimento. In vacanza molti cercano affannosamente altre “attività” da svolgere, proprio per evitare il “vuoto da attività”. Il punto centrale non è dunque l’attività di per sé o il tempo che vi si impiega, ma piuttosto riguarda le modalità con le quali si svolge l’attività. Se, infatti, si conservano le capacità di svolgere un’attività in modo morbido, non agitato, non ossessivo, non furioso o rabbioso, non preoccupato, non tensivo, si accumula molto meno stress e si ottengono risultati di gran lunga migliori. Chi sta sempre teso e preoccupato deve forzatamente assumere un controllo di tipo duro, cioè un controllo teso e costante su tutto quello che accade intorno a sé: un controllo che cerchi di soffocare ad ogni costo qualunque elemento estraneo, non previsto (invece di poterlo utilizzare creativamente). Un tipo di controllo di tal genere finisce per essere affannoso, molto meno efficace di un controllo che potremmo definire morbido. Ma per comprendere come raggiungere un buon livello di benessere bisogna poter leggere il funzionamento dell’organismoumano in una visione complessiva, multidimensionale, a 360°.

La visione “Funzionale”

La psicologia Funzionale è oggi in grado di guardare all’individuo e alla sua complessità attraverso una valutazione articolata di tutti i livelli che ne caratterizzano le capacità vitali, di tutte le sue “Funzioni, in una dimensione realmente multidimensionale, l’unica che oggi assicuri una modalità di lettura e d’intervento che risponda alle leggi della complessità. Anche il termine “Diagnosi”, del resto, non vuol dire guardare alle “malattie” quanto piuttosto conoscere-attraverso, cioè entrare nel profondo della vita di un organismo attraversando tutti i suoi piani di funzionamento, tutti i suoi meccanismi vitali. La diagnosi Funzionale, ritornando a questo originario significato di conoscenza, va al di sotto dei sintomi, delle classificazioni; essa tende piuttosto ad analizzare ciò che si definisce la configurazione del Sé, cioè le modalità in cui l’organismo si è sviluppato, le forme che ha preso, gli aspetti che sono divenuti preponderanti e quelli che sono rimasti atrofizzati, le caratteristiche, le rigidità e le mobilità, le maniere con cui i vari aspetti e le varie Funzioni interagiscono tra di loro. La diagnosi Funzionale di un individuo guarda all’organizzazione complessiva del Sé.

Benessere e Sport

Per l’attività sportiva questo discorso è di estrema attualità e può essere per certi aspetti fortemente innovativo. Innanzitutto, lo Sport può essere considerato a buona ragione come un’attività importante per il Benessere personale. Ma, alla luce di quanto detto prima, a patto che si rispettino i funzionamenti di fondo delle persone, per non cadere nelle condizioni negative e del tutto opposte dello stress. Lo Sport va allora visto in un susseguirsi di polarità piene e complete, cioè di modalità con le quali si deve assicurare una condizione di armonia della persona per non restare incapsulati in una sola modalità, in una sola polarità. Ad esempio, al momento dello sforzo di totale concentrazione deve seguire una piena capacità di allentamento, e cioè di ritorno ad un funzionamento di calma e serenità complete e non fittizie. Il controllo deve poter essere di tipo morbido e non duro, la grinta non deve trasformarsi in rabbia e durezza, il mostrarsi non deve trasformarsi in esibizionismo esagerato. Si tratta, insomma, di assicurare che anche nell’attività dello Sport alcune Esperienze di Base (come quelle sopra citate e individuate dalla psicologia Funzionale) siano tenute attentamente in considerazione per produrre reale Benessere e non correre il pericolo di accentuare eventuali alterazioni già presenti, con rischi seri per la salute delle persone.

Ma il discorso fin qui fatto vale anche nel viceversa. Una condizione pienamente funzionante dell’organismo, su tutti i livelli psico-corporei del Sé (così come individuati dalla psicologia Funzionale) è il vero presupposto per raggiungere risultati importanti nello Sport. E le Esperienze di Base possono rappresentare una modalità estremamente preziosa per aiutare lo sportivo nelle prestazioni agonistiche ma senza rischiare di annullare i livelli di Benessere e cadere pericolosamente nelle condizioni di stress. E’ necessario, allora, che il Controllo possa essere in alcuni momenti intensissimo e poi allentarsi nei momenti di recupero, che la Forza possa essere piena e non minata dalla rabbia, che la Calma possa essere presente e non cedere all’agitazione, che il Mostrarsi non sia problematico, che la capacità di Affermazione sia pienamente sviluppata. E’ necessario che le Esperienze di Base del Lasciare, dello Stare, dell’Essere Tenuti si susseguano a quelle più attive del momento della performance, perché sono indispensabili per il rigenerarsi delle energie e delle capacità.

Conclusioni

Il successo crescente che si sta ottenendo nell’utilizzare la psicologia Funzionale, con l’analisi di tutte le dimensioni psico-corporee del Sé e lo studio delle Esperienze di Base, negli interventi di aiuto a qualunque livello, ci dà un grande incoraggiamento nel proseguire per la stessa strada anche nel rendere portatrici di vero Benessere le attività sportive e di tipo motorio in generale, curative, riabilitative, preventive, ludiche o agonistiche che siano.