Luciano Rispoli Psicologia: Comunicazione profonda e riarmonizzazioni del Sé

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Luciano Rispoli: Comunicazione profonda e riarmonizzazioni del Sé

Modalità di comunicazione

E’ molto importante distinguere i vari tipi di comunicazione che si possono realizzare tra persone all’interno di un determinato contesto sociale, e in particolare nella società odierna. Possiamo distinguere tra:

– Informazione strettamente intesa

– Comunicazione a due o a gruppo

– Comunicazione di massa

– Comunicazione profonda.

L’informazione è una comunicazione che non prevede “ritorni” da parte di chi la riceve, anche se oggi esiste il fenomeno delle reazioni che chi legge può apporre alle varie notizie (like, ecc.). Ma il punto importante da comprendere è che  non rappresenta mai un vero processo di interazione tra i soggetti A volte si pretende che siaobiettiva e razionale, ma a torto, perché sappiamo quanto è strettamente legata a ideologie e ad interessi di chi la produce. Si può a ragione ritenere, dunque, che sia molto spesso manipolata e manipolativa; ad esempio nel senso di non riportare la storia nella sua completezza ma solo aspetti parziali (che così distorcono la verità).

A questo tema appartiene il grande capitolo, delicato e controverso, dell’informazione giornalistica, televisiva e oggi quella così diffusa dei social. I problemi però non si possono liquidare affermando semplicisticamente che da noi l’informazione non è obiettiva perché di parte (cioè realizzata da persone che abbracciano una ben precisa tendenza politica o sociale), e che in altri paesi invece il giornalismo è davvero “professionale”. Ciò che si comunica in tutti i casi, infatti, è un insieme di elementi che non sono mai solo cognitivi, ma si riferiscono a tutti i piani attraverso i quali si dispiega la relazione tra le persone. Non si comunicano solo eventi ma anche valori, idee, opinioni, e non solo: si comunicano sempre anche sentimenti, emozioni, vissuti, atmosfere. La comunicazione interessa sempre tutti i “canali” relazionali, perché non vi può essere separazione tra i vari aspetti del Sé quando ci si mette in relazione con un altro o molteplici altri Sé.

La comunicazione duale o gruppale, invece, è caratterizzata da una continua interazione tra le parti che sono in comunicazione. Vi è un intervento dell’uno sull’altro e viceversa. Il punto importante è che si tratta di uno scambio che non si limita ai soli momenti in cui uno sta parlando, ma che è in atto durante tutto il tempo: sia quello dell’ascolto che dell’intervento.

Naturalmente, questo non vuol dire che le persone si ascoltino veramente, o che l’interazione sia intensa e profonda. Si devono tenere presenti comunque tutte le interferenze tipiche di una comunicazione di questo tipo: le distorsioni dovute a chi trasmette e quelle di chi riceve. Nella comunicazione interattiva il feedback è reciproco, costante e continuo, ed è condizionato dalle caratteristiche del Sé dei due interlocutori. La comunicazione di massa è sostanzialmente unidirezionale. Ma la distinguono due elementi ulteriori e specifici.

Innanzitutto la comunicazione di massa non ha pretese di dare solo notizie, di informare, ma gioca più apertamente anche su altri livelli. Anzi ricerca accuratamente il coinvolgimento emotivo del pubblico, cerca di divertirlo, di stupirlo, di commuoverlo, di indignarlo. E tutto questo spesso al di là del rispetto della verità, della privacy, della correttezza, della dignità, degli interessi e dei bisogni reali dell’utenza. Il secondo elemento consiste in una sorta di falsa circolarità della comunicazione, basata su una certa condivisione della massa su quanto viene comunicato, vale a dire una falsa partecipazione. In realtà dietro vi è l’effetto di “omologazione” che la comunicazione di massa stessa comporta: il fatto, cioè, che il consenso viene creato dagli stessi mezzi di comunicazione più che essere preesistente nella gente. In ogni caso questo tipo di comunicazione ha le caratteristiche di entrare nelle case della gente, di superare barriere linguistiche e culturali, di creare entusiasmi collettivi. Ciononostante non possiede quelle qualità che sono proprie della comunicazione profonda.

La comunicazione profonda è capace di toccare tutti i piani del Sé di entrambi gli interlocutori, quelli verbali e quelli non verbali, le emozioni come la razionalità, il capire come il sentire. E’ inoltre una comunicazione “pluridirezionale”, che non si limita a qualche feedback da parte del ricevente, ma che da quest’ultimo è sostenuta al pari del trasmittente, con un coinvolgimento pieno e intenso. Perciò possiamo parlare di una comunicazione che “riempie lo spazio”, di una comunicazione “aperta”, di una comunicazione che non presenta stridenti incongruenze tra i vari canali (verbali o corporei) attraverso cui passa.E’ proprio la comunicazione profonda, allora, che costituisce l’elemento su cui si fonda lo sviluppo armonico dell’essere umano. La comunicazione madre-bambino quando è sana è senz’altro una comunicazione di questo tipo. Il fatto che coinvolge tutti i piani del Sé ci fa comprendere come mai questa comunicazione vada al di là del contenuto delle parole: è fatta anche di vibrazioni, di sensazioni, di empatia. L’altro non è uno schermo ricevente: la circolarità è veramente realizzata. La caratteristica preminente di questa comunicazione è l’Esperienza di Base del Contatto, fondamentale per la vita degli esseri umani. Il Contatto è stare vicino all’altro, capirlo nei bisogni profondi, essere per certi versi al suo posto, sentirlo.

Le modificazioni in atto

Una ricerca che stiamo conducendo con bambini e adolescenti, nonché attraverso attività svolte con insegnanti e genitori, mostra che ci sono cambiamenti significativi in atto nelle nuove generazioni. Del resto era logico aspettarsi che condizioni sociali e culturali così profondamente mutate avessero un’influenza non trascurabile sul modo di percepire, di muoversi e persino di pensare. Un uso così massiccio del visuale, una diffusione sempre più capillare del computer, una presenza incombente di videogiochi sin da quando si è piccoli, e poi l’uso massiccio dei cellulari e dei social network hanno modificato modalità di attenzione, hanno creato funzionamenti diversda quelli delle generazioni passate. Non bisogna certo demonizzare questi nuovi mezzi tecnologici: i new media possono dare un aiuto nello sviluppo di bambini e adolescenti. Ma possono anche essere, come stiamo vedendo, un grandissimo problema, un pericolo che non si poteva immaginare di vera e propria dipendenza.

La ricerca ha messo in luce che si stanno sviluppando modalità di percezione più rapide, un’attenzione esagerata ai particolari e ai dettagli, movimenti piccoli e veloci, una elevata velocità di comunicazione, E, di contro, stanno diminuendo i movimenti lenti,ampi e portati sino in fondo, l’attenzione alle sensazioni corporee, il contatto profondo con gli altri, la visione globale, d’insieme, la capacità di rallentare, di fermarsi, di “stare”. Si sta perdendo anche le capacità di avvertire sensazioni leggere e delicate e si va sempre di più alla ricerca di qualcosa di forte e di stravolgente. Sta diventando difficile gioire dei piccoli piaceri, diminuisce notevolmente la tolleranza alle cose che non sono esattamente come si desiderano. Stanno aumentando in modo eccessivo e pericoloso il controllo esasperato; la concentrazione di tipo “duro”; i movimenti piccoli, a scatti, agitati; la velocità, l’ansia, l’agitazione, la durezza; la visione parziale. E insieme a tutto questo una intolleranza di fondo, un’aggressività e una violenza striscianti e distruttive.

 Che fare?

Bisogna avere un’attenzione profonda e intelligente a quanto succede ai nostri figli, comprendere in modo tempestivo se alcune modalità si stanno alterando eccessivamente, cogliere i segnali che abbiamo descritto sopra. E a quel punto come agire? – è la domanda  angosciante che si pongono oramai in  molti. Ma prima di rispondere vediamo cosa sono e cosa rappresentano nella nostra vita le polarità.

 Le “polarità”

Una modalità di funzionamento che caratterizza la pienezza della vita è quella della “polarità”. La vita non funziona in modo piatto ma è caratterizzata da un andamento modulare, di tipo “sinusoidale”, che la porta da un estremo all’altro dei “continuum” entro cui essa si svolge. La vita è fatta di velocità ma anche di lentezza e di pause profonde, deve toccare pienamente la concentrazione ma anche una completa capacità di lasciare andare, deve essere forza ma anche fragilità.

I bambini si appassionano al nuovo solo se è stato pienamente soddisfatto il loro bisogno di essere circondati dal noto, e ritornano con grande gioia alle cose familiari quanto più si sono tuffati alla scoperta del mondo sconosciuto. Internet offre la possibilità di un incontro “virtuale” con centinaia, migliaia di persone; offre possibilità di scambi, di dialoghi, di conoscenze. Ma la vita, accanto a tutto questo, esige la pienezza dell’altro estremo, dell’altro polo: quello dell’incontro reale con l’altro, un incontro in carne ed ossa, un incontro fatto di sensazioni tattili, di vibrazioni, di odori, di calore. Essere in molti posti diversi attraverso Internet ci arricchisce moltiplicandoci le possibilità di conoscenza, ma poi abbiamo pur sempre bisogno di sentire che siamo in un solo luogo, ben radicati, in contatto con ciò che il luogo rappresenta, nel senso di persone reali, di usanze, di linguaggio.

 Le nuove tecnologie

I nuovi modi di comunicare sono caratterizzati da un elevato potere di penetrazione e di diffusione. E presentano anche il pericolo di “filtri” non facilmente controllabili, che finiscono per manipolare in una direzione voluta la comunicazione, e per alterare ancora maggiormente (ma in modo strisciante e occulto) il Sé del ricevente.

Riflettiamo ad esempio sul fatto che ogni messaggio si configura non solo per il contenuto ma principalmente per la modalità con cui viene trasmesso, modalità che è molto meno controllabile del contenuto e finisce per agire a livello quasi subliminale. Pensiamo alla “velocità” che caratterizza sempre più il ritmo di film e di serie tv (e persino di cartoni animati rispetto ai ritmi utilizzati fino a qualche anno fa). Pensiamo all’uso massiccio di effetti speciali con cui si creano mostri o situazioni mostruose. Pensiamo alla frequenza con cui i nostri bambini sono bombardati da catastrofi, tragedie, immagini deflagranti, luci accecanti, musiche esplosive. Pensiamo agli effetti di un poter cambiare visione anche con una frequenza spesso a discapito di storie compiute; puntando sempre più solo su flash di un volto, di un personaggio, di una uccisione, di un colore, di una scena paurosa, di un effetto speciale, di un suono straripante.

La non presenza (dell’altro in carne e ossa), tipica delle nuove tecnologie, permette sì di raggiungere vette inesplorate di creatività fantastica, ma al contempo allontana dal mondo reale delle percezioni e della corporeità, elementi fondanti della relazione.

Metodologie di riequilibrio

Per questo è necessario progettare delle metodologie che ricreino l’equilibrio dei funzionamenti che si vanno alterando, che riprendano e sviluppino pienamente le polarità, e che siano di reale aiuto per raggiungere delle comunicazioni veramente profonde.

Dunque come fare? Il Neo-Funzionalismo ha individuato in modo approfondito e dettagliato i Funzionamenti caratteristici della nostra vita. E per di più possediamo moltissime tecniche in grado di recuperare e riaprire efficacemente quelli che si sono alterati o sono rimasti atrofizzati; tecniche che agiscono su tutti i livelli psico-corporei del Sé. Non basta, infatti, dire ai nostri figli che alcune cose sono nocive; dobbiamo poter modificare i Funzionamenti alterati agendo sull’interezza del Sé (pensieri, emozioni, funzionamenti fisiologici ed endocrini, sensazioni, movimenti). Basterà allora, dare la possibilità di frequentare i Laboratori di riequilibrio della Psicologia Funzionale per avere risultati efficaci e profondi, per evitare di andare pericolosamente solo verso alcune polarità. In parole povere ridiamo loro calma, lentezza, controllo morbido, attenzione alle sensazioni corporee, movimenti ampi e capaci di piena soddisfazione, curiosità e stupore, gioiosità e vitalità, contatto profondo con sé e con gli altri.

Ogni nuovo progresso dell’umanità non può essere limitato al solo campo della tecnologia e della scienza, ma deve coinvolgere tutti i settori della conoscenza e della vita. Ogni nuovo passo deve essere guidato da un impegno che sia scientifico, tecnologico, ma al contempo anche artistico, sociale, etico, giuridico, umano. Non si dovrebbe mai perdere questa direttrice se si vuole che lo sviluppo non sia solo apparente, ma sia reale, a misura d’uomo e concretamente operante nell’ambito del benessere e della gioia di vivere.


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A proposito di Luciano Rispoli

Psicologo, Psicoterapeuta fondatore della psicologia Funzionale e del suo modello integrato di psicoterapia, trainer e formatore in Italia e all’estero in strutture pubbliche e private. Fondatore della Scuola Europea di Formazione in Psicoterapia Funzionale (SEF), della Società Italiana di Psicoterapia Funzionale (SIF) e della EIPF (Ecole Internationale de Psychothérapie Fonctionnelle – Escuela Internacional de Psicoterapia Funcional). Membro attivo sin dall’inizio di Organizzazioni Internazionali importanti della Psicoterapia: già Presidente della Società Italiana di Psicoterapia e Psicologia Clinica. Membro onorario dell’European Association for Body-Psycotherapy (EABP), del Comité Scientifique Internationale de Psychotherapie Corporelle (CSITP). Presidente onorario della Associazione Italiana per la Psicoterapia Corporea (AIPC). Autore di progetti per l’Infanzia e Adolescenza in diverse realtà, in Italia e all’Estero. Già docente di Metodologia clinica e prevenzione psicologica presso l’Università di Enna. Le sue ricerche hanno spaziato dallo studio sui Processi di psicoterapia e la loro valutazione, allo studio su Infanzia e Adolescenza, allo studio sui fenomeni dello Stress e la sua misurazione. Autore di 15 libri e di oltre 140 articoli pubblicati in Italia e all’Estero.

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