Luciano Rispoli psicoterapeuta: Espressività ed animazione.

in Paese Sera, 1978.

Il Centro W. Reich, si è sempre attivamente impegnato nel campo della terapia di gruppo, operando costantemente per collegare l’analisi e la prassi politico-sociale ad un intervento sulle strutture caratteriali ed emozionali dell’individuo e delle masse.


A proposito dei dibattito in corso a Napoli sulle esperienze di animazione decentrate sul territorio, si ripropone il tema del recupero del corpo e del suo linguaggio espressivo. E’ opportuno in questo senso ribadire che animazione non può significare l’uso di tecniche espressive (quali la manipolazione, la drammatizzazione. ecc.) se non siano seguite da una profonda messa in discussione del ruolo degli operatori che le propongono. Il senso politico di questa proposta sta nel liberare le potenzialità emotive ed espressive represse dalla cultura dominante, e quindi nel rafforzare le capacità di presa di coscienza del proprio ruolo sociale, le capacità di aggregazione e di lotta per il cambiamento.

Il Centro W. Reich, si è sempre attivamente impegnato nel campo della terapia di gruppo, operando costantemente per collegare l’analisi e la prassi politico-sociale ad un intervento sulle strutture caratteriali ed emozionali dell’individuo e delle masse.

Il congresso dei Centri Reich del ’75 ha messo in discussione la concezione di un intervento limitato solo alla soluzione dei problemi esistenziali dell’individuo. E’ emersa invece la necessità di elaborare strumenti tecnici volti alla prevenzione e non al recupero e controllo sociale, strettamente legati al movimento di lotta politica ed al tempo stesso culturale.

Per queste ragioni il Centro W. Reich si propone di collegare continuamente le problematiche affettive e personali ad una visione politica generale, nella consapevolezza che è necessario, per una trasformazione della società, anche il contributo specifico di una lotta su terreni fino a quasi esclusivamente gestiti senza il contributo del movimento operaio. E’ importante perciò che venga messo in crisi il concetto di « guarigione », e di conseguenza anche il ruolo del terapeuta guaritore. La psichiatria e la psicanalisi, come già da anni viene denunciato dal movimento politico della sinistra, seno al servizio dell’ideologia capitalistica o diventano strumenti reazionari di manipolazione del comportamento umano. Infatti la guarigione e quindi il modello sociale di « sanità » e di « normalità » cui, seppure con aspetti differenti, fanno riferimento sia la psichiatria che la psicanalisi, presuppone uno stato di « malattia » che invece è fondamentalmente legato ad una difficoltà di rispondere alle richieste produttive e competitive della società. Il terapeuta tradizionale, in questa visione, si prospetta come traguardo, come modello da raggiungere, mentre ha tutta la relatività di una valutazione soggettiva derivante dal suo portato culturale e di classe.

Le tecniche utilizzate nei « gruppi di espressività corporea » tenuti  dal  Centro Reich si basano sulla vegetoterapia reichiana e sulle dinamiche di gruppo, approfondite ed elaborate nella ricerca e nella prassi sociale, a cui si affiancano anche tecniche della gestalt e della bioenergia di Lowen delle quali  i socioterapeuti  del Centro Reich hanno larga esperienza, sia per i confronti teorico-politici avuti con esponenti delle due scuole, sia per esperienze pratiche. Il lavoro in questi gruppi affronta il linguaggio del corpo, non con lo scopo di « liberare » l’individuo (come alcuni vogliono  mistificare), ma di dare strumenti per prendere coscienza del proprio vissuto emotivo e delle proprie capacità di espressione e di relazione, per individuare le cause sociali della repressione e del disagio, e per rompere il dualismo tra razionalità ed emotività, tipico della nostra società capitalistica.