Luciano Rispoli psicoterapeuta: Apertura dei lavori del I Congresso Nazionale di Psicoterapia Corporea.

in L.Rispoli, G.Messere, G.d’Alfonso, R.Grezio, A.Duguid, P.Bovo, (a cura di) “Teorie, risultati e ricerca scientifica in Psicoterapia Corporea” – Ed. SIF, Napoli, 1990.


PRESENTAZIONE CONGRESSO

Luciano Rispoli  (Presidente SIF – Società Italiana di Psicoterapia Funzionale Corporea – Napoli).

Oggi un’altra tappa importante della psicoterapia e della clinica, e in particolare di quel settore così interessante e ricco di implicazioni che possiamo definire psico-corporeo, vede la luce in questa città di Napoli, così piena di slanci e al contempo di problemi, fitta di contraddizioni violente ma ancora viva e vivace sul piano della cultura. Tre anni fa nel novembre 1987 all’Istituto Italiano per gli Sudi Filosofici il 1° Simposio Internazionale di Psicoterapia Funzionale e Corporea incentrato su Reich: “Storia di un rimozione”, in occasione del 30° anniversario della sua morte. Proprio Reich, con le sue prime intuizioni, fu l’iniziatore di una serie di correnti, di ricerche e di discipline che scoprivano all’interno del corporeo una traccia sensibile e concreta di quei processi psicodinamici di cui la psicoanalisi si stava occupando, nonché un nuovo strumento irrinunciabile per raggiungere i nuclei più profondi del Sé, per guardare alle radici del conflitto e del disagio, per ritrovare le potenzialità della salute e del benessere. Nascevano così approcci clinici quali la Vegetoterapia carattero-analitica, la Bioenergetica, la Gestalt, e successivamente la Terapia Funzionale, la Biosistemica, la Terapia Organismica; prendevano vigore gli indirizzi psicosomatici della medicina; si aprivano intere nuove discipline come la psicobiologia o, di recente, la psicoimmunologia. Per coloro che vi hanno operato, la corporeità non ha mai rappresentato una tecnica da aggiungere a quelle verbali, ma una vera e propria focalizzazione teorica su elementi della relazione e su elementi della personalità trascurati in parte dagli altri indirizzi psicoterapeutici. Utilizzare il corpo direttamente in psicoterapia ha fatto sì che ci si imbattesse in fenomeni del tutto nuovi e tra l’altro particolarmente intensi: movimenti e posture estremamente regressivi, antichi ricordi, percezioni arcaiche, modificazioni dello stato di coscienza, emozioni profondissime, variazioni impressionanti di funzioni e processi fisiologici (tremiti, formicolii, soglie percettive, battito cardiaco, temperatura, sudorazione, peristalsi, metabolismo, ecc.). La ricchezza di queste scoperte generava due differenti posizioni tra coloro che adoperavano il corpo nel lavoro terapeutico. Una prima posizione consisteva in un trionfalismo pressapochistico e ascientifico: ci si limitava a smuovere il corpo contrabbandando grandi risultati senza alcun costrutto teorico alle spalle, visto che il corpo produce sempre fenomeni eclatanti (ma non per questo terapeutici). Appariva utile far accadere fenomeni appariscenti, impressionare gli utenti, sbarazzarsi dalle fatiche della ricerca, della verifica, del confronto con il resto del mondo scientifico. Ben diverso è stato invece lo sforzo di coloro che hanno cercato di capire cosa succedesse in psicoterapia corporea, cosa fossero quei fenomeni, come potessero essere spiegati e inquadrati in un sistema teorico articolato confrontabile con altri sistemi teorici. Ciò ha condotto, per alcuni indirizzi clinici, alla costruzione di nuovi modelli di personalità e del Sé con l’apporto delle ricerche che nel frattempo si sviluppano in altre aree disciplinari, soprattutto sulla vita perinatale e sui primi anni di vita del bambino. Di qui teorie evolutive, teorie patogenetiche, tecniche terapeutiche intrecciate in una interessante operazione di rifondazione di una grande area teorica quale è quella della psicoterapia corporea, il cui cammino è iniziato più di 60 anni fa. Negli ultimi anni il ruolo e l’importanza della Psicoterapia Corporea si sono sempre più accresciuti, fino alle tappe più recenti e significative che hanno portato (nella direzione di una riconnessione delle teorie di riferimento e delle pratiche cliniche) ad una sèrie di Congressi europei e internazionali, realizzati o in via di realizzazione:

 – 1° Congresso Europeo di Psicoterapia Corporea, Davos, settembre ’87.

 – 1° Simposio Internazionale di Psicoterapia Funzionale-corporea nel 30° anniversario della morte di W. Reich, Italia: Napoli, novembre ’87.

 – 1° Congresso Internazionale di Psicoterapia Corporea, Mexico, dicembre ’87.

 – 1° Congresso Internazionale di Somatoterapia, Francia: Parigi, novembre ’88.

 – 2° Congresso Europeo di Psicoterapia Corporea, Seefeld, settembre ’89.

 – 2° Congresso Internazionale di Somatoterapia, Uruguay, marzo ’90.

 – 2° Congresso Internazionale di Psicoterapia Corporea, Montreal, ottobre ’90.

A partire dai risultati e dalle indicazioni di tali incontri nasce questo 1° Congresso Nazionale di Psicoterapia Corporea, qui a Napoli, cui ha aderito, bisogna dirlo, l’intero panorama delle realtà che in Italia si sono occupate di questo settore della clinica. L’individuazione di grandi aree teoriche di riferimento, al di là delle pure tecniche e delle differenze inevitabilmente esistenti all’interno di ciascuna area. È una realtà di fatto già da tempo in cammino. E più si individuano principi, concetti e fondamenti dei grandi sistemi di riferimento più sarà facile (non è un paradosso) il dialogo e lo scambio tra di essi per un reale progredire della ricerca sulla salute e sul benessere psicofisico dell’uomo. Ci sono in Italia molte forze sane che operano perché si apra una nuova pagina nel campo delle Scienze. E la legge sull’ordinamento dello Psicologo e sulla Psicoterapia può essere l’occasione di superare frammentazioni e contrapposizioni che certo non giovano alla ricerca nella clinica, quali quelle tra pubblico e privato, tra vari rami della psicoterapia o all’interno dello stesso indirizzo clinico. tra università e centri di formazione privati, tra ricerca e pratica, tra psicologi e medici. Anche nella SIPs si fa strada la prospettiva delle Aree teoriche che potrebbero saldare, per la prima volta, realtà differenti e separate come quelle dei servizi socio-sanitari (che combattono in prima linea contro il disagio e i disturbi dell’utenza), i centri, le scuole e gli istituti di formazione, l’Università. Perseguire questa prospettiva significa vivacizzare il dibattito teorico per la definizione dei grandi temi e dei grandi nodi della psicoterapia in ciascuna area teorica; significa assicurare la presenza pluralistica di tutti gli approcci clinici all’interno dei corsi di base di psicologia e medicina e delle scuole di specializzazione; e soprattutto può voler dire aprire un’epoca nuova sui problemi della formazione evitando il riconoscimento clientelare di singoli centri o istituti, e affidando alle aree teoriche stesse il compito di organizzare e creare grandi scuole di formazione nazionali a cui concorrono docenti, forze, risorse di tutti gli istituti privati seri oggi esistenti, dell’Università, dei servizi territoriali. Il nostro dunque è il Congresso di definizione e di fondazione ufficiale di una di queste grandi aree teoriche, forse non del tutto ancora riconosciuta dal mondo scientifico e culturale ufficiale, ma sicuramente ricca di prospettive di estremo interesse per il futuro: lo studio delle catene di collegamento tra micro e macro, la riconnessione delle varie parti dell’uomo, l’unificazione dei criteri con cui si studiano malattie psichiche, somatiche o psicosomatiche, la collaborazione con altre discipline come la biologia, la medicina, la fisiologia, dal momento che noi stessi operiamo nelle zone di confine e di frontiera. Siamo stati e dobbiamo esserlo anche di più, perciò, anche un’area totalmente,aperta al confronto con gli altri grandi indirizzi clinici. Oggi possiamo e dobbiamo pretendere un’estrema attenzione a questa nostra grande area teorica, alla ricchezza di contenuti e di prospettive della psicoterapia corporea: pretendere una presenza capillare e ufficiale nei corsi di laurea di base e nelle scuole di specializzazione, ottenere una ricerca finanziaria da ministri e CNR sulle prospettive e sulle potenzialità che il nostro indirizzo apre. Ma dobbiamo anche incrementare ed elevare i nostri sforzi sulla ricerca, gli impegni per una verifica seria e corretta di principi, metodi e risultati, la tensione scientifica, gli standards di formazione, se vogliamo rendere veramente efficace il nostro contributo per il progetto di una psicologia, di una medicina, di una psicoterapia in grado di risolvere i gravi problemi dell’uomo di oggi e di realizzare obiettivi di salute, di benessere, di vitalità e di potenzialità creative.

PREFAZIONE

Gli Atti del I Congresso Nazionale di Psicoterapia Corporea di Napoli ricoprono, alla luce della più recente storia della Psicologia Clinica, un’importanza particolare. Essi sono infatti la testimonianza di una ritrovata vocazione dell’area psicocorporea al confronto e al dibattito interno, non solo, ma anche all’apertura verso gli altri approcci della psicoterapia, alla ricerca di fondamenti scientifici su cui costruire un cammino di ricerca e di operatività saldamente impostato. Alla data della loro pubblicazione altri importanti eventi si sono succeduti sulla scena della psicoterapia, aprendo linee potenziali di evoluzione capaci di generare grandi e significativi cambiamenti. Da una parte sta per trovare concreta applicazione una legge che può favorire la piena utilizzazione del patrimonio culturale e scientifico sia del tradizionale settore “pubblico” (nella fattispecie in particolare l’università) sia del cosiddetto “privato”. I lavori della fase ricognitiva della Commissione ministeriale si sono conclusi: l’ Area Psicocorporea è stata ufficialmente consultata, insieme alle  più importanti scuole dei vari indirizzi clinici, e i criteri per il riconoscimento delle Scuole di formazione in psicoterapia sono stati emanati. E’ utile qui notare, inoltre, che numerosi suggerimenti che erano stati avanzati da chi scrive (in qualità di Presidente del Comitato Scientifico della Psicoterapia Corporea) sono stato accolti e recepiti. Dall’altra parte l’impulso scientifico degli ultimi anni è andato nella direzione di identificare sempre più i principi fondamentali teorici e tecnici delle differenti aree teorico-cliniche della psicoterapia e della psicologia clinica. La spinta a definire i quadri teorici generali del funzionamento psichico e psicofisico dell’essere umano ha contribuito (in un paradosso che è solo apparente) alla possibilità di uscire dalle angustie di visioni ristrette e limitate al proprio settore, e di guardare con occhio meno di parti agli altri indirizzi teorici differenti dal proprio. Ed è così che siamo entrati pienamente nella fase del confronto e dello scambio sui fondamenti della psicoterapia, sul progetto terapeutico complessivo, con una particolare attenzione alla teoria della tecnica e ai fattori di cambiamento, questa volta visti però alla luce di modelli teorici generali ben esplicitati. E’ doveroso aggiungere che una grossa spinta alla comprensione dei delicati fenomeni di relazione è venuta dai recenti studi sullo sviluppo e sulle funzioni dell’essere umano nella primissima infanzia, che ci hanno portato a delle conoscenze veramente preziose. A questo stesso scenario appartiene il significato di molte recenti iniziative di Congressi e Convegni, tra i quali citiamo in particolare il Congresso Nazionale della SIPs a San Marino, i vari Convegni della Divisione Clinica in differenti zone della penisola, e il prossimo Congresso Nazionale della stessa Divisione Clinica della SIPs che si terrà a Padova a fine ‘92 (per non citare i numerosi congressi internazionali all’interno del campo della psicoterapia corporea). In tutti l’impostazione di fondo è stata quella di precisare i principi scientifici delle più significative Aree teorico-cliniche, e di farle dialogare realmente tra di loro. E’ del tutto superfluo aggiungere che tra le Aree più importanti ha oramai una collocazione scientificamente solida e riconosciuta la psicoterapia corporea. E’ perciò che questo volume assume un valore storico e scientifico al contempo, che va molto più in là della formale operazione di pubblicare gli atti di un congresso.