in. “Quaderni Reichiani n. 3”, Napoli, 1974.
Con questo numero si conclude il primo anno di vita dei Quaderni Reiehiani. Vogliamo anche noi tirare le somme e dare uno sguardo alle prospettive future, ma non per consuetudine o per pubblicità, come in tante altre pubblicazioni, ma per costruire insieme ai lettori, in un dibattito aperto e sincero, la politica editoriale di questa rivista. Ci proponiamo infatti di rendere la direzione e l’amministrazione dei Quaderni gestite collettivamente con la partecipazione anche vostra.
Nel primo anno ci si era proposti di pubblicare articoli che introducessero argomenti, tematiche e discorsi sul pensiero e la pratica sperimentale di W. Reich; abbiamo quindi presentato le muove concezioni dell’analisi bioenergetica, più in generale, e della vegetoterapia, più in particolare, con l’esempio di un caso, e le teorie scientifiche biofisiche dell’orgonornia. Abbiamo accennato alle profonde connessioni che legano il pensiero di Reich alle teorie freudiane, in particolare a quella della libido, sottolineando, però, anche le fondamentali diff erenze che li separano.
Basti pensare alla concezione di Freud dell’istinto di morte che postulava una distruttività innata nell’individuo, e che Reich negò scientificamente e sperimentalmente Questa posizione, affermando che odio, violenza, paura, sadismo, ecc. non sono forze istintuali ma nascono come reazioni alle frustrazioni dell’istinto vitale, fa scaturire la possibilità di combattere le cause sociali dell’alienazione e della nevrosi, e di prendere coscienza del gregarismo in cui la classe dominante mantiene quella degli sfruttati tramite famiglia, scuola, massmedia, e così via.
L’analisi della psicologia individuale e di massa può quindi divenire uno strumento politicamente valido se opera la scelta di confrontarsi e di intervenire in senso marxistico e dialettico nella realtà della lotta di classe.
Questo discorso l’abbiamo iniziato affrontando l’analisi di problemi reali, dal punto di vista sociale e psicologico, quali la famiglia e la pubertà. Altre volte abbiamo denunciato, cercando di analizzarle, situazioni in cui il potere del capitale e la sua scienza ufficiale si scoprono per quello che sono; nel nostro caso la psichiatria e le istituzioni governative quando reprimono iniziative di socializzazione e di umanizzazione di ospedali e cliniche per malati mentali mentre tentano di farci credere ad una «scienza» pura, asettica ed assoluta.
Naturalmente la rivista è stata anche l’organo di divulgazione delle attività del Centro Studi Reich. Con essa abbiamo cercato di far capire cosa fosse e che cosa realizzasse il Centro con la psicoterapia, i dibattiti, gli incontri, i seminari, ecc. Noi intendiamo, infatti, stare in contatto con quanti lavorano nei nostri stessi settori per operare insieme sempre più efficacemente.
Le difficoltà che abbiamo incontrato sono state pesanti e numerose. Basti pensare a tutti i problemi organizzativi ed economici per avviare una simile pubblicazione, aggravati sia dalla mancanza di qualunque finanziamento, sia dal fatto che vi lavorano persone senza una competenza specifica, non retribuite e nei ritagli di tempo libero. Questo è naturalmente il prezzo della nostra indipendenza. L’impossibilità di utilizzare i circuiti di distribuzione e di realizzare un’elevata tiratura (i costi sono in entrambi i casi proibitivi) esaspera i già gravi problemi di bilancio e ci ha costretti ad imporre un prezzo (L. 700) che noi avremmo desiderato abbastanza più basso.
Nonostante il disavanzo (per ora colmato dalle prevendite degli abbonamenti) e le grosse difficoltà iniziali (in parte superate grazie ad un fondo cassa di L. 200.000 per vendite di precedenti ciclostilati) siamo riusciti con l’impegno e lo sforzo personali a dare un discreto avvio alla rivista. Ora per colmare il disavanzo, per poter realizzare una diffusione maggiore e per evitare aumenti di prezzo (sono aumentati carta, stampa ecc.) è necessario un grosso impegno di quanti ci seguono per diffondere capillarmente la conoscenza dei Quaderni Reichiani e per aumentare le vendite soprattutto nella campagna abbonamenti per il nuovo anno.
Ciò anche nella prospettiva di un nuovo tipo di impegno, di per sé già più costoso, che ci proponiamo di realizzare per il futuro. Si è infatti imposta l’esigenza di consegue una maggiore aderenza ai problemi reali; il che significa un’analisi più accurata, ma non solo teorica, delle contraddizioni e delle crisi oggi in atto, mediante un intervento diretto realizzato con inchieste, sondaggi, interviste ecc, che col ga20 questa realtà dal vivo. E questa realtà potrà essere di volta in volta a famiglia, l’educazione, i problemi sessuali, la psicoterapia di gruppo oggi in Italia, gli adolescenti, e così via.
Inoltre vogliamo continuare a pubblicare documenti che fotografino questa realtà, denunciando i fino questa realtà, denunciando i significati politici ed economici di certe scelte della Scienza, delle Istinante.
A questo lavoro va associata tutta una serie di approfondimenti dei temi scientifici finora introdotti, per evitare di cadere nel puro empirismo, ma realizzando al contempo un confronto dialettico e serrato di questi temi con le altre correnti di pensiero e con la realtà socio-politica per unire sempre la prassi alla teoria. Noi rifiutiamo infatti l’ideologia borghese che spaccia la scienza per apolitica e quindi assolutistica.
Di tutti questi aspetti daremo un’interpretazione che unisca l’analisi marxista a quella psicodinamica. Coglieremo le contraddizioni interne ed esterne all’uomo e le cause socioeconomiche che le reggono, mettendo al contempo a nudo i meccanismi psicologici che dalle modificazioni delle pulsioni esistenziali portano alle ideologie e ai caratteri, cioè al fattore soggettivo della storia. Ideologie e caratteri agiscono a loro volta, infatti, non solo sul terreno sovrastrutturale della cultura, ma sugli stessi rapporti di produzione e sugli stessi rapporti di classe.
Con questi obbiettivi è nata la rivista e su questa strada può offrire un contributo veramente valido coinvolgendo tutte le forze che lottano contro qualunque genere di sfruttamento in un dialogo articolato e aperto a tutti.