Luciano Rispoli Psicologia: La Bulimia
Come l’anoressia, anche la bulimia nasce da vicende di figlie e figli (soprattutto femmine) per lo più adolescenti, con una grande necessità di autonomia e di forza.
Interessante è notare che la bulimia spesso è passata prima per una fase di anoressia; un soggetto anoressico, infatti, lotta contro la voglia di mangiare, a volte persino di abbuffarsi esageratamente; lotta contro il rischio di ingrassare liberandosi frequentemente di un pasto troppo pericoloso con il vomito.
In questa ricerca di forza, di consistenza, in questo tentativo di sentirsi capace di “resistere” al cibo, ma anche di resistere agli adulti che troppo spesso cercano di imporre la loro volontà, la bulimia è una sorta di sconfitta.
La bulimica, il bulimico, si sono in un certo senso arresi, non lottano più. Mangiano e sopportano di sentirti gonfi, poco scattanti, con poca forza. Non per niente la bulimia è associata sempre a chiari sintomi di depressione.
Il lavoro terapeutico da fare, in questi casi, deve centrarsi soprattutto nel ridare fiducia, coraggio di lottare, grinta. Far recuperare la Forza è indispensabile. Ma insieme alla forza bisogna che la persona ritrovi la sensazione perduta che può ricominciare a battersi, che ce la può di nuovo fare. Bisogna che recuperi i propri sogni, la speranza, i progetti di vita.
La terapia Funzionale si occupa di andare a recuperare proprio questi Funzionamenti di fondo (definiti Esperienze di Base in età evolutiva perché fondamentali per la salute del bambino e della bambina), che sono appunto, oltre alla Forza, la Progettualità, lo Slancio di vita.
Anche in questo caso esistono tecniche specifiche del Neo-Funzionalismo volte a recuperare le varie Esperienze di Base in generale e in particolare queste che sono fondamentali per la patologia in questione. E – come abbiamo già detto altre volte – si tratta di tecniche che non intervengono soltanto a livello verbale, soltanto sul livello cognitivo o emotivo, ma anche e molto sui movimenti, sulle posture, sulle sensazioni, nonché sul sistema vegetativo e finanche sul sistema endocrino. È proprio la sinergia di un intervento su tutti questi livelli, effettuato tra l’altro in un modo molto preciso, a determinare la grande efficacia di questa metodologia.
Ma oltre la cura, è altrettanto importante la possibilità di una vera prevenzione; conoscendo finalmente in modo profondo che cosa in realtà conduce a questa patologia, è possibile aiutare molto per tempo ragazze e ragazzi a evitare che situazioni iniziali, trascurate, man mano peggiorino fino a diventare una vera e propria malattia.
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