Luciano Rispoli Psicologia: STRESS. Cos’è? Quali sono i sintomi e in che modo possiamo recuperare lo stato di Benessere?
Lo stress è una delle malattie tipiche del nostro tempo, della nostra società; tra le più diffuse e più preoccupanti. Si parla tantissimo dello stress ma perché parlare di stress? Perché il fenomeno dello stress è il fenomeno più emblematico e significativo quando si vogliono comprendere i fattori molteplici che intervengono nella conservazione o nella perdita della salute.
Possiamo cominciare a capire che lo stress è collegato a più piani di funzionamento della persona, non soltanto neurochimici, non soltanto emotivi o cognitivi, ma anche neurovegetativi, muscolari: tutti questi nel loro insieme integrato. Siamo sul piano della complessità.
Il problema non sta nell’evento stressante, perché di eventi stressanti, nella nostra vita, ce ne saranno sempre, e non è pensabile di poterli eliminare a priori. Un evento stressante produce lo stress cosiddetto temporaneo, che è benefico: la persona riceve una forte sollecitazione psicofisica che la mette in grado di poter intervenire e risolvere situazioni e problemi urgenti e tempestivi con tutte le sue risorse attivate. Quello che è grave per la salute dell’essere umano è il trasformarsi dello stress da temporaneo in cronico (detto altrimenti distress).
Eventi stressanti (normali nella vita) vengono “assorbiti”, “attraversati”, dalla persona, a seconda dello stato di quello che abbiamo definito il filtro Funzionale della percezione.
Che cos’è il filtro Funzionale? E’ la maniera in cui l’individuo impatta con un evento stressante (stressor) con tutto il proprio organismo. E lo stressor può essere allora percepito come qualcosa di affrontabile oppure di non affrontabile. Gradualmente, esperienze negative precedenti possono aver alterato questo filtro, per cui eventi del tutto normali vengono vissuti come allarmanti, pericolosi, altamente stressanti.
Questo è lo stress cronico: l’organismo rimane attivato anche se non ci sono eventi esterni che lo giustificano. I segnali di pericolo e allarme pervengono dal suo stesso interno (stimoli fantasma), come se ci fossero ancora pericoli e difficoltà reali all’esterno. A questo punto l’organismo non riesce più a gestire eventi stressanti anche lievi; e inoltre non è in grado più di comportarsi secondo quelle norme elementari che aiutano a conservare piena salute: le persone bevono alcol per allentare, fumano di più, mangiamo in modo non corretto, assumono più cose da fare come per distrarsi.
L’ansia di cui tanto si parla è una somatizzazione dello stress. In uno stato di ansia noi vediamo, per esempio, che il piano delle “emozioni” è quasi completamente occupato da paure e preoccupazioni; anche dubbi ed indecisioni sono molto forti. Sul piano dei “movimenti” e delle “posture”, notiamo che nella persona che soffre di ansia (e che quindi comincia ad avere uno stato di stress cronico) i movimenti cominciano ad essere agitati ed a scatti, non più morbidi e continuativi. Quanta gente vediamo muoversi freneticamente e con movimenti duri e agitati. Con l’ansia anche le posture diventano, in modo evidente, irrigidite.
Continuando l’analisi dei fenomeni dell’ansia, notiamo che i ricordi cominciano ad alterarsi nel senso di un prevalere di quelli spiacevoli e negativi; anche le fantasie diventano negative prendono grande spazio («tutto funziona male, tutto andrà male»); il razionale viene schiacciato nell’angolo (non si è capaci più di poter valutare realmente le cose come stanno) e la progettualità diminuisce sempre di più.
L’ultimo piano, è un piano che troppe ricerche tendono a dimenticare (soprattutto ricerche in psicologia e psicoterapia): il piano degli apparati fisiologici interni.Il respiro si altera, diventa toracico, trattenuto nella zona alta dell’organismo; il diaframma si blocca e il respiro alterato produce continuativamente segnali di ansia, senza cause reali esterne: è l’organismo stesso, con la sua respirazione alterata e con questo diaframma teso, a creare condizioni di stress interno (lo stimolo fantasma). La persona sta continuamente all’erta, come se ci fosse un pericolo sempre in agguato; ci si alza la mattina con la brutta sensazione di dover affrontare qualcosa di angoscioso, ma non si sa cosa sia. Sono il respiro, la tensione dei muscoli divenuta permanente, la condizione di simpaticotonia cronica (collegata direttamente al diaframma) a creare ansia e allarme.
Al contempo, un respiro limitato e un diaframma bloccato producono effetti “anestetizzanti”. Le sensazioni interne ai muscoli e al nostro corpo diminuiscono, a tal punto che vengono sostituite quasi tutte da pensieri e da fantasie negative. Per cui si vive in questo corto circuito, frenetico, di pensieri e fantasie, dove le sensazioni corporee, reali, positive, sono praticamente assenti.Oggi si ha un grande bisogno di esperti in questo campo (che conoscano bene questo complesso quadro scientifico) considerato che lo Stress cronico (o distress) è una problematica che caratterizza sempre più la nostra attuale società. È sempre più presente l’esigenza d’interventi brevi e specifici per tutti quei disturbi, come insonnia, stanchezza, difficoltà di concentrazione, pensieri ripetitivi, irritabilità, gastriti, cefalee ed altro ancora, che affliggono in maniera fastidiosa la nostra vita e che sono generati proprio dallo stress cronico.
Ecco quindi che su queste basi teoriche nuove è nata una innovativa metodologia di valutazione e d’intervento, che in 10-12 incontri, attraverso l’applicazione delle Tecniche Funzionali Antistress® (intervento sul respiro, intervento sulla tensione muscolare cronica, sulla postura e sul movimento, nonché sulle capacità immaginative), permette di ottenere sulla persona effetti profondi, stabili e duraturi. Al di là di quelle tante offerte in giro che possono essere di sollievo temporaneo ma che non riescono ad andare alle radici dello stress cronico, a invertire realmente il processo che l’ha generato.
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