in “La psicologia oggi a Napoli: storia e prospettive” – Circolo artistico politecnico – Napoli, 1985.
La tavola rotonda vuole dare un contributo affinché si possa iniziare a fare il punto della situazione della psicologia, in una città che a fatica va ritrovando modalità di esistenza non legate alla drammaticità dell’emergenza, insieme ad una capacità di capire e riflettere sul suo passato.
Oggi che la psicologia è una realtà scientifica finalmente consolidata è possibile iniziare a tracciarne un profilo storico, poiché le sue vicende sono anche le vicende culturali tese verso un miglioramento della qualità della vita: per l’infanzia, per la vita familiare, per l’apprendimento e la scuola, nelle strutture lavorative e aziendali, per la vecchiaia. Dovunque l’intervento dello psicologo, teso a conoscere e rendere palese meccanismi e processi troppo spesso latenti e inconsapevoli, potrebbe migliorare e favorire i cambiamenti, il progetto, l’aiuto in situazioni e fasi cruciali della vita umana: dal benessere individuale, alla capacità di far funzionare gruppi ed equipes.
Nello stesso tempo la domanda di intervento psicologico, e in particolare “psicoterapeutico” in senso lato (inteso come azioni volte ad alleviare sofferenze e disagi, ma anche disfunzioni e processi strutturali ed istituzionali), va radicandosi sempre più nell’utenza e nella committenza di qualunque tipo essa sia, da quella più strettamente privata a quella pubblica. Purtroppo non sempre a questa esigenza generalizzata, a volte però anche confusa e indistinta, non specificata e individuata, corrisponde una capacità delle istituzioni di coprire, in modo organico e continuativo un servizio psicologico nei vari settori della presenza pubblica.
La tavola rotonda vuole dare un contributo perché si possa iniziare a fare il punto della situazione della psicologia, in una città che a fatica va ritrovando modalità di esistenza non legate alla drammaticità dell’emergenza, insieme ad una capacità di capire e riflettere sul suo passato. Ed è dalla storia dell’esperienza in psicologia a Napoli, da una consapevolezza su quali siano state le difficoltà, i pregiudizi, le ostilità e gli errori, che è possibile tracciare una linea di prospettiva perché l’apporto di questa disciplina attua un reale successo operativo. Ne discutono perciò 5 psicologi: il prof. Gustavo Iacono, uno dei padri della psicologia a Napoli con le sue iniziative sperimentali, scientifiche e didattiche nell’università, oggi all’interno del II Policlinico; La prof.ssa Giulia Vittone Batocchi attiva promotrice all’interno della Facoltà di Lettere e Filosofia; il dott. Luciano Rispoli presidente del Centro Studi W. Raich, struttura di ricerca scientifica sia nel campo dell’infanzia che in quello della psicoterapia al di fuori delle classiche istituzioni accademiche; la dott.ssa Giovanna Petrillo ricercatrice universitaria collegata a quell’area che viene denominata Psicologia Sociale e Psicologia del Lavoro; il dott. Giancarlo D’Alfonso funzionario della Regione Campania ed esperto del settore di orientamento professionale.
Il discorso vuole essere una maniera di chiarificazione di cosa è oggi in piedi nel campo della psicologia oggi che anche il legislatore si accinge attualmente a sancire quest’attività con una legge, un ordine e un albo. Un tentativo di chiarificazione che non è rivolto solo agli esperti, ma anzi è indirizzato soprattutto al cittadino, all’utente, spesso confuso ed disinformato su dove e per che cosa rivolgersi quando la sua esigenza si configura come psicologica, a volte frastornato tra iniziative pubbliche fantasma e studi privati non sempre garantiti.
È dalla ricognizione dell’esistente che, come dicevo prima, può avere avvio una “progettualità” non paroliera al cui sforzo dovranno contribuire insieme varie realtà: l’università, i centri di studio e ricerca, gli enti locali, le strutture territoriali, l’utenza e non ultime le associazioni specialistiche quali la SIPs (Società Italiana di Psicologia).