in Neo-Funzionalismo e Scienze Integrate, Psicologia, Psicoterapia, Psichiatria. Rivista online S.E.F., n. 2, 2014.
Luciano Rispoli, fondatore della psicologia Funzionale in Italia, elabora il seguente articolo mettendo in rilievo le nuove conoscenze e i progressi che la società scientifica ha ottenuto sull’essere umano e sui suoi funzionamenti.
Nervoso centrale e periferico, neurovegetativo, endocrino, emotivo, sensoriale, motorio, immunitario
Introduzione
Negli ultimi decenni si sono moltiplicate le scoperte e le nuove conoscenze che riguardano l’essere umano, i suoi funzionamenti, i suoi delicati e complessi meccanismi, a partire dalla nascita in avanti. Quello che sappiamo oggi è estremamente più avanzato, preciso e profondo di quando si sono messe in moto le scienze che riguardavano la psiche, il comportamento, le relazioni tra esseri umani, il rapporto tra mente e corpo. Il progresso realizzato sinora in queste nuove (e splendide) conoscenze ci spinge sempre di più ad abbandonare modalità, paradigmi, modi di vedere oramai sorpassati e inadeguati. Ma in ogni caso, il percorso di questo sviluppo si è basato su ciò che vari pensatori e varie teorie hanno in tutti questi anni ipotizzato (anche se successivamente diverse di quelle ipotesi sono state disconfermate). Proprio grazie a queste tappe, quindi, si è potuti procedere sempre più avanti, in un percorso evolutivo che oggi ci permette di andare oltre punti di vista frammentati e limitati; ci permette di abbandonare visioni riduzionistiche e meccanicistiche; ci spinge a non separare più le varie discipline; ci avvia a superare definitivamente la dicotomia mente-corpo e a considerare la persona nella sua interezza e complessità; ci spinge a compiere un vero e proprio salto epistemologico per salire ad un livello di comprensione e di capacità di intervento finora mai realizzati. La sfida del terzo millennio è appunto la sfida moderna alla complessità: sia al livello della comprensione di tutti i fenomeni e i meccanismi della salute e del benessere del genere umano, sia al livello di capacità di intervento per curare e prevenire in modo realmente efficace disagi, malattie, alterazioni, sia psichiche che somatiche. Questa sfida è tanto più urgente quanto più le condizioni del genere umano sono oggi messe in serio pericolo da un progresso e uno sviluppo tecnologico che si stanno rivelando per certi versi pericolosi e dannosi, con il rischio di minare le basi della vita stessa individuale e del pianeta, e di erodere i funzionamenti di fondo indispensabili per la salute e il benessere. Non a caso oggi si ricomincia a parlare di felicità come perno fondamentale delle società e non più di puro e crudo sviluppo economico. Ma ogni azione, ogni progetto, ogni buona intenzione sono destinati al fallimento se non vengono tenuti pienamente in conto gli sviluppi più attuali delle conoscenze, anche se per il momento sono ancora caotici, ancora frammentati, ancora in parte non chiari. Per non fallire è indispensabile mettere insieme le varie nuove conoscenze in un sistema teorico avanzato e integrato, che ci permetta di capire quale sia realmente il funzionamento degli esseri umani, come si sviluppano alterazioni, malattie, “follie” individuali e collettive, a partire dalla nascita in avanti, come sia possibile curarle (non in senso solo medico), come si riesca a prevenirle. Il Funzionalismo moderno offre una cornice che rende possibile questa moderna sfida alla complessità, alla quale siamo chiamati tutti, in un cammino che non sarà certamente facile, ma di sicuro affascinante, promettente e fecondo.
I sistemi integrati: livelli integrati
Che cosa vuol dire Sistemi integrati?
Cosa significa livelli integrati?
Significa tenere in considerazione il fatto che il funzionamento dell’essere umano si svolge su più piani e livelli, che sono molto di più che interconnessi: cioè profondamente integrati sin dalla nascita, come dimostrano tutte le nuove conoscenze sul neonato e anche quelle relative al periodo prenatale. I Sistemi, come vedremo anche in seguito, sono stati individuati quali campi di studio delle discipline più importanti che riguardano l’uomo. Dunque parlare di Sistemi Integrati vuol dire fare riferimento sia alla necessità di integrazione tra le discipline, sia alla necessità di guardare alla persona nella sua interezza. Abbiamo già detto (in numerosi altri scritti e in tanti anni di ricerche e di studio) che non ha più senso parlare di mente e corpo, perché la persona è una, intera, e non suddividibile in aspetti che non sono separati tra di loro. Medicina, psicologia, neuroscienze, stanno oggi scoprendo sempre di più dati che dimostrano in modo inequivocabile questa tesi. Oggi si parla di discipline multiple, che cercano di mettere insieme vari punti di vista, come, ad esempio, la psico-neuro-endocrino-immunologia (PNEI). Come vedremo nel corso di questo scritto, tutti questi tentativi stanno portando a qualcosa di nuovo e diverso, che non sarà soltanto un mettere semplicemente insieme conoscenze di varie discipline, ma rappresenterà un livello teorico nuovo e integrato, dove confluiranno tutti questi apporti ed altri ancora, ma in una visione più “alta”, che li contiene tutti andando ancora oltre. Qualcosa del genere sta accadendo nella fisica, dove da tempo si cerca una visione e una teoria che comprenda tutte le forze esistenti in natura: la forza nucleare debole, le forze elettromagnetiche, le forze nucleari forti, la forza di gravità. Una teoria che le unifichi dovrebbe anche unificare la teoria della relatività e la teoria quantistica. A questa operazione stanno lavorando centinaia di fisici, tra cui Garrett Lisi che pare abbia scoperto una teoria “del tutto” (An exceptionally simple theory of everything, Internet). E’ importante, comunque, precisare che questa non è di certo una operazione di riduttivismo né di semplificazione (come qualcuno erroneamente ancora crede), ma (ancora una volta) di una vera e propria sfida alla complessità, di un salto epistemologico ad un livello superiore; allo stesso modo di come lo è la ricerca di una teoria della persona integrata. In una teoria integrata, dunque, i livelli complessi del Sé devono essere tenuti in considerazione tutti: nel loro dinamismo, nei loro collegamenti, o, in una parola nuova: nel loro funzionamento complessivo.
Il contesto culturale in cui matura la svolta
Uno degli elementi essenziali che ha portato verso una concezione olistica dei fenomeni e a una visione della complessità è stata la critica al meccanicismo e al riduzionismo che dominava prima la scienza. Al tempo stesso l’incontro tra diverse culture e soprattutto tra diverse discipline scientifiche ha favorito il formarsi graduale di una diversa visione. Tra le fine degli anni ’40 e la prima metà degli anni ’50, il biologo viennese Ludwig von Bertalanffy, propone la sua “Teoria generale dei sistemi”. Sempre negli anni ’40 si realizza una unificazione di grande portata, nel mondo delle scienze naturali, con quella che è passata alla storia come “Sintesi moderna dell’evoluzionismo darwiniano”: un modello che unifica la paleontologia e le diverse branche della biologia. Dagli anni ’30 in poi si era affermata a Chicago un pensiero estremamente innovativo, quello del primo Funzionalismo, i cui esponenti maggiori (oltre a James) furono Dewey, Angell, Cattel e Carr. I cardini di questo pensiero, che prende le mosse anch’esso dal darwinismo, sono la visione dell’insieme mentecorpo, la visione della complessità dei funzionamenti psicologici uniti a quelli fisiologici, l’interazione continua con l’ambiente.
- L’attività mentale è parte di un più vasto complesso di forze biologiche.
- Azione ed emozione sono non meno centrali che pensiero e ragione.
Il Funzionalismo moderno
Come vedremo più avanti, Il Funzionalismo moderno è andato ancora oltre il concetto di sistema costituito da parti, approdando alle concezioni di Funzione e di Funzionamenti di fondo, alla concezione di organismo integrato, a quella di organizzazione, sviluppando ulteriormente i concetti del primo Funzionalismo verso un olismo non vago ma concreto e operativo, in una cornice teorica generale ampia e complessa, e contribuendo in modo fondamentale alla svolta culturale e al salto epistemologico che hanno dato vita alla concezione di Sistemi Integrati.
Memoria periferica
In effetti per la comprensione ulteriore di questa connessione ci viene in aiuto il concetto (già da chi scrive ampiamente trattato in numerose altre pubblicazioni) di memoria corporea o periferica, che qui di seguito riportiamo nuovamente. Nelle vicende che il bambino attraversa durante tutto il suo sviluppo evolutivo, possono esserci momenti e situazioni che ostacolano o rendono difficile la soddisfazione dei suoi bisogni fondamentali. Questo genera delle modificazioni permanenti di alcune Funzioni importanti del Sé; e questa modificazione permane nel tempo senza più corrispondere alle condizioni della realtà esterna, costituendo una vera e propria memoria degli eventi infantili e adolescenziali. Non si tratta, come è ovvio, di una rappresentazione mentale conservata nella memoria centrale, bensì di una vera e propria memoria periferica, perché vi si possono riscontrare reali modificazioni di alcuni funzionamenti psicofisiologici, vale a dire:
- Tono muscolare di base
- Respirazione
- Movimenti
- Posture
- Sistema percettivo tattile e del dolore
- Sistema delle propriocezioni interne
Queste Funzioni assumono un andamento più o meno fisso nel tempo, stereotipato, in una ipertonia cronica, ad esempio, con soglie del dolore cronicamente alte, con posture ripetitive e prevalenti. Ecco perché questa memoria veniva prima definita “corporea”: per alterazioni che sono fisiche, concrete. Ed ecco perché si è detto che “il corpo conserva dentro di sé la storia della persona”.
La rappresentazione complessiva e integrata del Sé (figura 1)
Ricordiamo qui che in una visione complessiva e integrata, la persona (o come viene detto in psicologia: il Sé) può essere vista come una organizzazione di Funzioni, tutte importanti, tutte integrate sin dall’inizio; o come potremmo anche dire: una organizzazione di Sistemi. Il punto importante è l’essere passati da concezioni che riguardano parti, strutture, o soltanto rappresentazioni mentali ad un concetto innovativo importante che affronta finalmente il paradigma della complessità: l’organizzazione, il funzionamento. Nella figura sottostante riportiamo la rappresentazione grafica del Sé, con tutte le Funzioni rappresentate da cerchi più o meno grandi (ipotrofie e ipertrofie) più o meno ispessiti o rossi (sclerotizzazioni, non corrispondenza alla realtà circostante). In questa rappresentazione complessiva viene messo in evidenza, appunto, che ogni Funzione (potremmo anche qui dire ogni Sistema) concorre in modo paritetico all’esistenza del Sé, in una visione circolare e non piramidale (come oggi va sempre più dimostrandosi), e in una visione realmente integrata.
Il salto epistemologico
La visione Funzionale rappresenta, quindi, un vero e proprio salto epistemologico in avanti, una novità teorica e metodologica per due ordini di motivi entrambi di grande importanza.
- Il primo, è che la persona non viene più frammentata, spezzettata in parti. La teoria delle parti è sempre legata a un conflitto delle stesse. Una parte ha un confine che riguarda l’altra parte: e più si espande più questo può accadere solo a discapito dell’altra. Il salto epistemologico è consistito nel guardare invece che alle parti alle Funzioni dell’organismo, cioè a funzionamenti che riguardano tutta la persona nella sua interezza, poiché nella Funzione, in ogni Funzione, si esplica l’intero Sé. Questo va incontro a quanto dice Morin, questa è la teoria della complessità: il Sé è l’organizzazione delle Funzioni, di tutte le Funzioni integrate. E dunque non vi è più neanche conflitto ma soltanto possibili alterazioni delle Funzioni (se l’impatto del bambino con l’ambiente non è del tutto positivo) con ipertrofie, ipotrofie, sclerotizzazioni, o sconnessioni le une dalle altre.
- Il secondo ordine di motivi della rivoluzione del Funzionalismo, è nell’aver preso in considerazione i Funzionamenti di fondo della persona, il modo di porsi di questo Sé nei confronti di alcune modalità fondamentali della vita, modalità di rapporto con se stessi e con gli altri: punti centrali per l’esistenza umana. In età evolutiva i Funzionamenti di fondo sono proprio le Esperienze di Base del Sé (di cui ho parlato in numerosi scritti), perché a quell’età sono vere e proprie esperienze di importanza fondamentale per l’armonia e la salute del bambino. I Funzionamenti di fondo rappresentano una vera e propria rivoluzione perché sono le radici di tutto ciò che poi si articola di volta in volta nelle diverse situazioni di vita. Sono i Funzionamenti di fondo ad essere alla base di pensieri, comportamenti, atteggiamenti, parole, che si articolano nella relazione con sé e con gli altri. E se questi Funzionamenti non sono pieni e aperti, ci saranno differenti e specifiche difficoltà nel modo di porsi del Sé nella vita.
Collegamenti e movimenti dei Sistemi Integrati
Entriamo ora di più nello specifico del discorso dei Sistemi Integrati.
Qual è l’andamento dinamico, qual è la modalità del “movimento” dei vari Sistemi Integrati? Fondamentalmente i movimenti sono di due tipi:
- Centro-periferia e viceversa
- Vie discendenti (dal cervello) e vie ascendenti
Quali sono i collegamenti strutturali e Funzionali di questi Sistemi?
Questi sistemi sono connessi attraverso diversi livelli organici e Funzionali, vale a dire:
- aree corticali
- Ipotalamo
- sistema limbico
- amigdala
- neurovegetativo
- sistema sensoriale
- sistema motorio
Lo schema che possiamo a questo punto individuare dei vari livelli integrati è quello della figura 2, nella quale abbiamo raggruppato alcuni dei Sistemi di cui abbiamo già detto, in uno schema a pentagono. Come si può notare, stiamo parlando di un insieme di Sistemi Integrati (o per meglio dire di un unico complesso meta-sistema integrato), che va al di là delle ipotesi fino ad ieri esistenti in discipline quali la neurofisiologia, la neuropsicologia, la psicofisiologia, ma anche al di là della più recente e olistica psico-neuroendocrino-immunologia. Ritornando alla figura, va precisato che abbiamo raggruppato nella voce Senso-motorio Percettivo-Espressivo importanti Sistemi come quello dei movimenti, e delle posture, perché in questo particolare diagramma volevamo sottolineare come gli effetti di questi Sistemi si riversassero tutti nelle “sensazioni” sia interne che esterne, se li vogliamo vedere specialmente nell’interazione con i due Sistemi nervosi, e con i Sistemi endocrino e immunitario. Le frecce color lilla indicano su quali Sistemi oggi possiamo intervenire (non con uso di farmaci ma con tecniche di psicoterapia tradizionali o Funzionali) sia direttamente che indirettamente (linea tratteggiata). Le frecce interne indicano le interazioni tra i Sistemi e gli effetti dell’uno sull’altro, almeno fino a quello che oggi conosciamo.