in Il Mattino di Napoli, 1987.
Luciano Rispoli, psicologo e psicoterapeuta, propone la struttura psicosomatica secondo il modello della Psicoterapia Funzionale.
A trent’anni dalla morte di Wilhelm Reich, uno dei più promettenti allievi e collaboratori di Freud, il Centro Studi Reich di Napoli, l’Istituto Italiano di Studi Filosofici, la Società Italiana di Vegetoterapia e Psicoterapia corporea (S.I.V.), hanno realizzato un Simposio Internazionale, a Palazzo Serra di Cassano proseguito poi con Seminari teorico – pratici nella sede del Centro Studi Reich.
Le teorie di Reich si sono ulteriormente sviluppate dopo di lui. Il Centro Studi Reich ha messo a punto (in 20 anni di ricerche) un Modello teorico complesso e sistematico, definito del Sè, corporeo, che permette di analizzare la struttura psicosomatica della persona, i suoi processi e le sue funzioni su vari piani: quello muscolare, della struttura e configurazione somatica; quello delle emozioni, della spinta affettiva verso gli oggetti e le figure presenti nell’ambiente; quello fisiologico, degli apparati e dei sistemi interni allo organismo; quello simbo lico-ideativo delle immagini della razionalità, del. la ideazione. Il campo di ricerca è dunque alla frontiera tra la Psicologia con Medicina, Biologia e Fisiologia. Con questo Modello, ad esempio, è possibile spiegare l’insorgere di patologie sia fisiche che psichiche, con il fatto che nascono sconnessioni e scissioni tra funzioni di differenti livelli (o all’interno dello stesso livello), con la perdita di un’integrazione originaria basilare per la salute e la vitalità. Nelle interazioni tra persona e ambiente, allora, un alterarsi dei normali funzionamenti del piano muscolare – posturale o di quello fisiologico possono cronicizzarsi senza che l’individuo ne sia cosciente. Contratture muscolari, che sin dall’infanzia si acquisiscono in determinate parti del corpo, posture particolari, espressioni del viso, immobilità e rigidità di altre zone, possono divenire gradatamente cristallizzate e costantemente presenti.
Emozioni, ricordi, angosce restano così incapsulati in quella che possiamo definire una memoria corporea.
Il cronicizzarsi di tali alterazioni finisce per sfociare in malattie, malesseri, disturbi a carico di parti del corpo o a carico di apparati e funzioni.
Nelle fasi iniziali di trattamento in Psicoterapia corporeo-caratteriale, le prime situazioni a venir smosse e mobilizzate sono appunto quelle di sintomi definiti sia classicamente sia in senso più allargato «psicosomatici». Per fare un esempio specifico, in tempi abbastanza brevi si ottengono nette diminuzioni di cefalee croniche modificando toni di base e atteggiamenti di tutti i fasci muscolari del collo, delle spalle, della base del cranio, del viso, della sommità della testa. Al contempo un modificarsi profondo della modalità di respirazione, della funzionalità del sistema neurovegetativo, della ricettività degli stimoli dolorosi, e così via, contribuisce in maniera determinante al cambiamento del quadro sintomatico. Non stiamo parlando di un «rimedio universale», poichè l’intervento corporeo-caratteriale si pone non come sostituto della medicina, ma come un sostegno che le si affianca.